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Il natale Naif della
nostra Bassa in undici artisti contemporanei
di Massimo Tassi – giornalista
Strano. Solitamente con la nebbia i suoni
diventano ovattati, le cose si fanno vaghe. Ma
stavolta la fumana sembra portare il ruggito di
belve i cui occhi mandano lampi naif. Poi, ecco
frammenti di poesie declamate con la cadenza della
Bassa. Più in là rimbalza il rombo di una moto
, una sagoma: un uomo è a cavallo di un mezzo
desueto, pare tutt'uno con il bolide, ingobbito
com'è. E ancora, dietro l'angolo c'è un fitto
battibecco, in cui i contendenti hanno le voci di
Cervi e Fernandel, che sul grande schermo hanno
indossato i panni del vulcanico sindaco Peppone e
dell'energico don Camillo. Certo, bizzarro. Però
accade quando di mezzo ci sono le imprevedibili
pennellate degli artisti naif. Sono storie rievocate
con i colori da Gianni Bagni, Brenno Benatti, Fausto
Bianchini, Luigi Camellini, Paolo Camellini, Manola
De Gobbi, Dino Fiorini, Paolo Incerti, Luciano
Lipreri, Antonio Motta, Gianni Pontiroli: sono loro
che anagrammano con la pittura il Mondo Piccolo di
Guareschi, "quella fettaccia di terra tra il Po e
l'Appennino", per catapultarlo su tela, con tocchi
che hanno i contorni di un contributo amarcord. E lo
fanno con occhi che cullano il senso di meraviglia
per ribadirlo in occasione della mostra "Natale
Naif" allestita in città da Arcua Artis Gallery Lab
( via dei Due Gobbi 2/c) dal 22 dicembre.
Un'iniziativa che materializza volti, tonaluità,
suoni e profumi di quest'universo che ammicca
all'arte ingenua.
Troviamo
allora Zavattini che con il suo dialetto racconta di
Luzzara, "con la grande torre, i bei portici, la
nebbia fitta come nelle favole, il sole rosso che
cala nel Po. Con i cacciatori, i giocatori di
briscola e tresette, poi c'era la bicicletta con la
quale si andava all'estero, cioè a Guastalla, a
Suzzara". Ecco Antonio Ligabue (immagine Fotowall W.
Breveglieri) con lo sguardo spiritato che sdaetta su
una vecchia Guzzi rossa, con un quadro legato alle
spalle, inseguito da animali della savana resi
furibondi dall'intrusione. C'è Ghizzardi con i suoi
ritratti nel segno dell'arte spontanea e c'è tutta
quella topografia della Bassa, fatta di
trattorie, feste paesane, canali, balere, pioppeti,
argini, memorie di mulini galleggianti, isolette che
compaiono e scompaiono al ritmo delle bizzarrie del
Grande
Fiume. Una mappa dove è dolce perdersi tra
suggestioni e stagioni, tra sapori e distanze.
Undici creativi per evidenziare come il lascito dei
"padri" della Bassa, "lunatici", pittori o
affabulatori, accarezzati dalla fortuna o artigliati
dalla sofferenza interiore, sia un'immersione
complice, spontaneamente nostalgica e giocosa in uno
scenario simile ma mai uguale al campanile accanto,
come ha suggerito Franco Basile. "Natale Naif": un
altro racconto portato dalla corrente del Po, a cura
di Stefania Ferrari. Sino al prossimo 7 gennaio.
Massimo Tassi, Il Natale Naif della nostra
Bassa in undici artisti contemporanei” in QN il
Resto del Carlino del20/12/203 |