Arte naive

di Emanuele Filini – critico d'arte

La vera arte Naive dovrebbe essere quella in cui, l'opera dell'artista si confonde con la vita o con i sogni dell'artista stesso. I sogni e i ricordi, veri o inventati che siano, sono sempre più importanti della realtà oggettiva.

Mai come nella pittura naive, l'arte si esprime attraverso immagini concettuali. I concetti di Albero o di Casa nell'arte ingenua o infantile, sono stereotipi simbolici, poche righe verticali, orizzontali e oblique, non corrispondenti a segni naturali, ma proprio per questo più facilmente riconoscibili, perché concettuali.

Più l’Arte evolve, si serve più frequentemente di segni e schemi più vicini alla realtà riconoscibile, segni che nascono anch’esse dalla mente. Ogni arte deve essere considerata di origine concettuale, perciò stando le cose, si deve concludere che i concetti come le immagini non devono essere considerati veri o falsi ma semplicemente più o meno utili alla descrizione di immagini, sia “reali” che “oniriche”.

A proposito di immagini oniriche, diventa difficile definire naif un artista che non descriva, spesso, situazioni surreali, quindi anche il “surrealismo” riveste una parte strutturalmente importante di questo particolare fenomeno stilistico. Tanto è vero che nell’Arte di ogni tempo, possiamo individuare un’interpretazione “naive”, in generale nell’arte sacra e negli ex-voto in particolare-

Il mondo “naif” corrisponde per la stragrande maggioranza al mondo della “natura”, e per quanto ingenuo sia l’interprete, farà comunque i conti con l’arte del vedere la natura stessa, una grammatica che si impara, come quella di leggere i geroglifici egiziani. 

Emanuele Filini "Arte naive” in “I Naif del Po”, Comune di Gualtieri – Assessorato alla Cultura e Associazione Artistica Tricolore, Gualtieri 2017